Cantante e Compositore

American Symphony

Palermo, 25 dicembre 2016

Illustrazione dell’Opera
Il sottotitolo di “American Symphony” è “Melting Pot”. Qual è il suo significato?
Melting pot (in italiano, crogiolo, calderone) è l’espressione che si usa per indicare quel tipo di società che vive e permette la commistione di elementi di origini eterogenee diverse (etnici, religiosi ecc.), con il risultato di costruire una identità condivisa.
L’espressione è utilizzata soprattutto per descrivere la società degli Stati Uniti d’America, una Nazione fondata dall’unione di ex colonie di diverse origini nazionali, inglesi, olandesi, francesi, spagnole, ecc., e identità religiose, anglicani, calvinisti, battisti, quaccheri, cattolici, situazione che si è maggiormente sviluppata con l’immigrazione europea del XIX e XX secolo e la conseguente americanizzazione, contemporanea alla Prima Guerra Mondiale.

Crogiolo

Associata agli Statunitensi

L’immagine del “crogiolo” associata agli Statunitensi fu impiegata per la prima volta dal drammaturgo Israel Zangwill nell’opera Melting Pot, pubblicata nel 1908.
Melting pot è anche uno dei nomignoli della città di New York, in ragione del fatto che una caratteristica della metropoli è la convivenza, seppur spesso in condizioni diverse, di persone di culture tra loro molto distanti, come in un grosso calderone.
In definitiva, Melting pot è un amalgama eterogeneo di gruppi, individui e religioni, molto diversificati tra loro per ceto, condizione, appartenenza etnica, che convivono entro la stessa area territoriale geografica e politica.
L’espressione è usata per indicare un particolare modello o ideale di società multietnica che col tempo, con il succedersi delle generazioni, fonde le culture e le identità specifiche dei Migranti con quelle dei paesi di accoglienza.
L’opera si muove su questo afflato pervasivo, che unisce i più diversi popoli in una nuova cultura universale e identità mondiale.
Essa ha inizio con un preludio orchestrale, che vuole alludere all’Alba di una nuova Nazione, in cui con il suo procedere fermo e solenne, esaltato dalla tromba, si intendono scandire i momenti significativi della sua nascita.

Durante la sua Carriera di Tenente

Costituzione

L’impalcatura musicale tende ad offrire alle più diverse genti la Costituzione che il popolo degli Stati Uniti si diede nel 1777, che viene ripresa da una voce recitante nelle sue linee essenziali e fondamentali:
We, the people of the United States,
We, the People of the United States,
in order to form a more perfect Union,
establish justice, insure domestic tranquility,
provide for the common defence,
promote the general welfare, and secure the blessings of liberty
to ourselves and our posterity, do ordain and establish this Constitution
for the United States of America.
Noi, popolo degli Stati Uniti, al fine di perfezionare la nostra Unione, garantire la giustizia, assicurare la tranquillità all’interno, provvedere alla difesa comune, promuovere il benessere generale, salvaguardare per noi e per i nostri posteri il bene della libertà, poniamo in essere questa Costituzione quale ordinamento per gli Stati Uniti d’America.
Segue un brano orchestrale, dal titolo “Eterogeneità”, che evidenzia, con i cambi musicali e dei ritmi e il continuo susseguirsi altalenante degli ottoni, dei legni e della tromba, la proteiforme essenza del popolo americano, che comprende diverse razze e religioni, che si uniscono alla fine nel grande sogno americano.
Una soave melodia, accennata dagli archi, annuncia le variazioni sull’Inno degli Stati Uniti d’America, in cui gli archi prevalgono sulle fanfare, stanno a indicare che l’identità si configura nel momento in cui le diverse genti, con le loro culture e credi religiosi, alla fine si riconoscono, con emozione, nel canto che accomuna. Il richiamo al lontano West si avverte nel suono del violino stridulo e del banjo, che battono il tempo che si inoltra.

Presidente Abram Lincoln

Durante la Guerra di Secessione

Risuonano, come un eco, le parole pronunciate dal Presidente Abram Lincoln, durante la guerra di secessione:
In my opinion, it will not cease until
a crisis shall have been reached and passed.
“A house divided against itself cannot stand.”
I believe this government cannot endure permanently half slave
and half free. I do not expect the Union to be dissolved
— I do not expect the house to fall — but I do expect it will cease to be divided.
It will become all one thing, or all the other.

Secondo la mia opinione, l’agitazione non cesserà fino a quando una crisi sarà raggiunta e superata. “Una casa divisa contro il proprio volere non può stare in piedi”. Io credo che questo governo non può durare in eterno, metà schiavo e metà libero. Non mi aspetto che l’Unione si dissolverà – non mi aspetto nemmeno che la casa crollerà – ma quello che mi aspetto è che cesserà di essere divisa. Diventerà tutta intera una cosa sola oppure interamente l’altra.

Il brano, che segue, è il percorso sofferto e periglioso di un popolo che intende difendere i valori della libertà e della democrazia, evidenziati e sottolineati dagli archi, che volteggiano e si aggrovigliano, con il finale affidato alle trombe.

Il Fagotto, il Flauto, l’oboe, i Corni, le Trombe e i Tromboni

Continuo e Incalzante

Il fagotto, il flauto, l’oboe, i corni, le trombe e i tromboni introducono il procedere continuo e incalzante delle genti che avanzano verso Ovest alla ricerca di un maggior benessere materiale, ma soprattutto morale e spirituale. Gli archi che si inseguono freneticamente approfondiscono questo concetto musicale.
Il brano successivo si ispira ai valori della Rivoluzione francese, che hanno affascinato le genti del Nuovo Mondo, che si sono così maggiormente sentite attratte e trasportate a perseguire i loro ideali.
La Rivoluzione americana in tal modo cresce, al suono di un clarinetto e di un flauto, e coagula le genti delle nuove colonie verso il raggiungimento della Indipendenza, tanto agognata. Nel momento in cui entrano l’oboe e la tromba, esplode l’intera orchestra a simboleggiare la grande forza d’animo che muove i coloni alla conquista della propria libertà.
Una marcia lenta e inesorabile delinea il cammino inarrestabile degli indipendentisti. Echeggiano le parole di Theodore Teddy Roosevelt, che indicò agli Americani il percorso da seguire per costruire un mondo più giusto e più umano:
Materially we must strive to secure a broader economic opportunity for all men,
so that each shall have a better chance to show the stuff of which he is made.
Spiritually and ethically we must strive to bring about clean living and right thinking.
We appreciate that the things of thebody are important; but we appreciate
also that the things of the soul are immeasurably more important.
The foundation stone of national life is, and ever must be,
the high individual character of the average citizen.

 

Amazin Grace

Grazia Meravigliosa

Materialmente dobbiamo sforzarci di assicurare una opportunità economica più vasta per tutti gli uomini in modo che ognuno avrà una opportunità migliore di dimostrare di che stoffa è fatto. Spiritualmente ed eticamente dobbiamo fare in modo di generare un modo di vivere pulito e un modo di pensare giusto. Ci rendiamo conto che le cose del corpo sono importanti, ma pensiamo anche che le cose dell’animo sono incommensurabilmente più importanti. La pietra angolare della vita nazionale è e deve essere sempre la elevatezza individuale del cittadino medio.

La madre patria inglese riemerge nei ricordi del canto “Amazing grace”, preceduto da uno struggente movimento che racconta i passi di un popolo verso la redenzione e il raggiungimento della grazia divina. Il dialogo del fagotto con gli archi esalta questa aspirazione. Seguono i flauti e gli altri legni, il cui suono melodioso viene valorizzato dagli archi, che spingono verso una realtà metafisica.
Le variazioni al tema introdotte dall’Autore maggiormente indicano questa aspirazione al divino dell’anima umana.
Amazing grace” significa “grazia meravigliosa“, e fa riferimento a diversi passi biblici.

La Sinfonia

Ringraziamento

La melodia, variata dall’Autore, è forse di derivazione irlandese e comparve per la prima volta fra i canti popolari d’America.
L’inno, composto da John Newton, ex capitano di navi negriere, può considerarsi un ringraziamento a Dio per la grazia della sua conversione, tanto più sorprendente, quanto più infima era la sua professione.
Il brano che segue, ritmato dai mandolini, introduce la componente italiana nella cultura americana, in specie quella napoletana e delle genti meridionali. Gli archi che si innalzano vogliono indicare la gentilezza d’animo delle genti italiche.
L’Autore, nel punto più coinvolgente della Sinfonia, introduce il tema classico del passaggio dalla vita alla morte e viceversa: il flauto e gli archi, timbrati dai timpani, insieme dipingono un quadro di sonorità che percorre nuovi momenti ideali, che si muovono sulla base di quattro note, che si ripetono, di cui quella dissonante indica il punto di frattura e di rottura con un mondo ormai in declino.

Solidarietà e Tolleranza

La Melodia

Nel valzer del brano “Solidarietà e tolleranza”, vengono alla mente i paesaggi, talvolta violenti, talaltra sognanti, del territorio americano e le sue diverse caratterizzazioni, che esprimono l’apertura di un popolo verso nuovi orizzonti, per continuare a dare messaggi di solidarietà e di tolleranza a tutte le genti.
La caratterizzazione delle genti italiane, che hanno varcato l’oceano per concorrere a far nascere una nuova Nazione, si esalta con la melodia della canzone napoletana “’O surdate ‘nammurato”, che l’Autore ha inteso suggerire come un momento di maggiore qualificazione di quello spirito. Il brano è preceduto dalle parole pronunciate dal Presidente Dwight D. Eisenhower il 17 febbraio 1961, che preludono alla ricerca di una pace fra i popoli nella libertà, nella dignità e integrità delle Nazioni:
Throughout America’s adventure in free government, our basic purposes have been to keep
the peace, to foster progress in human achievement, and to enhance liberty, dignity, and
integrity among peoples and among nations. To strive for less would be unworthy of a free
and religious people. Any failure traceable to arrogance, or our lack of comprehension, or
readiness to sacrifice would inflict upon us grievous hurt, both at home and abroad.

Durante l’avventura americana del governo libero, i nostri scopi basilari sono stati di mantenere la pace, di promuovere il progresso nelle conquiste umane e di rafforzare la libertà, la dignità e l’integrità fra popoli e nazioni. Mirare a qualcosa di meno sarebbe indegno per un popolo libero e religioso. Ogni fallimento riconducibile all’arroganza o alla mancanza di comprensione o alla prontezza al sacrificio, ci infliggerebbe un doloroso colpo, sia a casa che all’estero.

Un Cornubbio di Suoni

Emergono i Tamburi

D’improvviso emergono tamburi e percussioni che si inseguono freneticamente, incalzati dagli archi, dagli ottoni, dai legni e dai sax che danno un quadro di un mondo che cerca nuovi traguardi e nuovi orizzonti senza infingimenti e giochi di potere, come vogliono tutti i popoli della terra.
Nella parte, intitolata “Ricordo di un Presidente”, emerge un corno inglese solitario che, in una ben evidente simbologia, sostenuto da 4 corni e dagli archi, che stanno in secondo piano, disegna un leit-motiv, ripetuto per tre volte, ripreso dalla tromba e poi vigorosamente dagli archi, con una marcia che cresce nel tempo. Il suo significato è evidente: è la forza del popolo americano che non dimentica le sue origini, le sue tradizioni, il ricordo dei tanti suoi figli morti in ogni teatro di guerra per difendere la libertà e la democrazia in ogni parte del mondo e di un Presidente, che ha saputo ben incarnare questi valori.

John Kennedy tuona con voce grave da Berlino:

Continent of Europe

Freedom is indivisible, and when one man is enslaved, all are not free. When all are free, then
we look – can look forward to that day when this city will be joined as one and this country
and this great Continent of Europe in a peaceful and hopeful globe. When that day finally
comes, as it will, the people of West Berlin can take sober satisfaction in the fact that they
were in the front lines for almost two decades.
All free men, wherever they may live, are citizens of Berlin.
And, therefore, as a free man, I take pride in the words –
“Ich bin ein Berliner.”
Two thousand years ago, the proudest boast was “civis Romanus sum.”
Today, in the world of freedom, the proudest boast is “Ich bin ein Berliner.”

La libertà è indivisibile e se un uomo è in schiavitù tutti quanti non sono liberi. Quando tutti sono liberi possiamo guardare a quel giorno in cui questa città sarà riunita e questo Paese e questo grande Continente d’Europa su un globo pacifico e pieno di speranza.
Quanto questo giorno finalmente arriverà, e arriverà, il Popolo di Berlino Ovest sarà soddisfatto del fatto che è stato in prima linea per quasi due decenni.
Tutti gli uomini liberi, ovunque essi vivano, sono cittadini di Berlino.
E per questo, in quanto uomo libero, sono fiero di poter dire: „Ich bin ein Berliner“.
Duemila anni fa la più fiera esternazione era „Civis Romanus sum“. Oggi nel mondo della libertà la più fiera esternazione è: „Ich bin ein Berliner“.

L’orchestra si Iinerpica

Suono Leggero e Soave

Il suono, leggero, solenne e grave, degli archi che sottolineano il motivo dei corni, è il cammino del popolo americano verso le nuove frontiere, auspicate da Presidenti come Lincoln e Kennedy. La speranza è forte e spinge ad una nuova fratellanza mondiale. L’orchestra si inerpica in percorsi virtuosi di una sonorità sorprendete e sconvolgente, dove la tromba sovrastante indica il nuovo cammino di tutti i popoli.
Balzano evidenti le parole pronunciate da Donald Trump nel suo discorso di insediamento, che fa intendere che il potere deve promanare dal popolo e impregnarsi dei suoi sentimenti.

So to all Americans, in every city near and far, small and large,
from mountain to mountain, and from ocean to ocean, hear these words:
You will never be ignored again.
Your voice, your hopes, and your dreams,
will define our American destiny. And your courage and goodness
and love will forever guide us along the way.
Together, We Will Make America Strong Again.
We Will Make America Wealthy Again.
We Will Make America Proud Again.
We Will Make America Safe Again.
And, Yes, Together, We Will Make America Great Again.
Thank you, God Bless You, And God Bless America.

Quindi, per tutti gli Americani, in ogni città, vicine e lontane, piccoli e grandi,
da una montagna all’altra, e da mare a mare, sentire queste parole:
Lei non potrà mai essere ignorato ancora una volta.
La tua voce, le tue speranze, i tuoi sogni, definiranno il nostro destino americano.
E il vostro coraggio e la bontà e l’amore per sempre ci guida lungo la strada.
Insieme, faremo l’America di nuovo forte.
Faremo l’America ricchi di nuovo.
Faremo l’America fiera ancora una volta.
Faremo l’America di nuovo al sicuro.
E, sì, Insieme, faremo l’America ancora grande.
Grazie, Dio vi benedica, Dio benedica l’America.

Il pianoforte, sostenuto dal clarinetto, illumina nuovi scenari che pervadono il mondo intero. La musica cresce di tono e miscela oboe, fagotto e ottoni di una orchestra variegata e multiforme.
Le trombe squillanti annunciano che comunque occorre perseguire e proseguire il cammino indicato dai padri fondatori degli Stati Uniti d’America.
Segue un percorso musicale, originale e variato, che indica il nuovo cammino della musica e della cultura mondiale. Flauti, ottoni e legni, con gli archi a sostegno, si muovono, talora a ritmo di marcia, a singhiozzo per evidenziare che il procedere verso nuove mete è irto di ostacoli, dettati dalla cupidigia e dalla stoltezza degli uomini, che alla fine vengono sommersi dalle buone intenzioni e dalle spinte che menti illuminate danno al cammino dell’umanità.
Gli uomini mettono il piede sulla Luna, avanzano i figli dei fiori, il Vietnam è ormai un ricordo, sorge una “New Age” nella speranza di costruire un mondo fuori da steccati imposti da culture parassitarie e atrofizzate.
Le migrazioni di popoli, costretti a vivere in territori devastati dalle guerre, dalla violenza e dal saccheggio delle loro risorse, espressioni di un “Quinto stato” emergente, spingono le nazioni benestanti a riesaminare gli equilibri mondiali, compromessi da una politica socio-economica, che mira solo al profitto di alcune Multinazionali, che operano sul mercato con spregiudicatezza e senza alcun rispetto della dignità degli uomini.
La musica rafforza questi concetti con viva espressività.
Emerge l’aspirazione del popolo americano, condotto con mano sagace e senza infingimenti o condizionamenti di sorta, a continuare ad essere faro di pace per tutti i popoli, che intendono proseguire insieme nel cammino dell’umanità verso l’uguaglianza di tutti gli esseri viventi, che si può realizzare con un nuovo ordinamento mondiale, da tutti condiviso e l’emancipazione della razza umana.
Con il canto popolare “When Johnny comes marching home”, che veniva intonato durante la guerra di Secessione americana, e che descriveva il sentimento di coloro che attendevano con ansia il ritorno di amici o congiunti che avevano partecipato al conflitto, si intende riportare alla mente i grandi travagli della storia americana e il desiderio del popolo di giungere agli obiettivi prefissati. L’Autore, particolarmente ispirato, modula in una tonalità maggiore questo sentimento, per aprire nuovi spazi e prospettive.
Viene introdotto il brano “The house of the rising sun”, canzone folk statunitense, di cui è ignoto il compositore. Il canto risale alla metà dell’800 ed è il ricordo di una vita vissuta con veri valori e sentimenti profondi, in cui tutti i popoli della Terra intendono riconoscersi.
Il brano musicale, conclusivo, “New Song”, che si svolge su quattro parti, il soprano, il tenore e il coro inseguono momenti magici, metafisici, in cui il ringraziamento a Donald Trump è esplicito da parte di un popolo che ha voluto con la sua scelta democratica operare un cambio di tendenze e un ritorno a valori imperituri. La tromba che si inerpica in vorticose vibrazioni e articolazioni vuol significare la forza prorompente di un leader che non intende muoversi secondo schemi usuali.
In times of trouble and people fear
A light in the sky is getting near
It brings new hope to end the pain
“Let’s make America great Again”.
We come together to sing this song
To have good times and this for long.
We need great changes and from today
Cause only peace is here to stay.
Thank You Donald for what you dare
A peaceful world for all to share.
And when America follows the new call
This place gets better and good for all.
So make America great again
And the World that wants to change
It’s our aim…and is our main
Glory to America, Glory to America!
Louds sings this song and for this reason
We will sing for long.

Traduzione

In tempi di tribolazione e di paura del Popolo
una luce nel cielo si avvicina;
porta nuova speranza per far finire la pena
“Facciamo l’America grande ancora”.
Siamo qui insieme per cantare questa canzone
per avere buontempo e per lungo tempo.
Abbiamo bisogno di grandi cambiamenti e già da oggi,
perché solo la pace è qui per restarci.
Grazie, Donald, per quello che osi fare
Un mondo pacifico da condividere per tutti.
E quando l’America segue il nuovo messaggio
Questo posto diventa migliore e buono per tutti
Facciamo grande l’ America
e il mondo che vuole cambiare
E’ il nostro proposito, il nostro più grande.
Gloria all’America, Gloria all’America!
Fortemente risuona questa canzone
e la canteremo a lungo
Nel “Glory to America”, si trascende da ogni riferimento personale per esaltare lo spirito di frontiera del popolo americano, che è nello stesso tempo glorioso, esaltante ed emozionante.
Nel Finale Dio benedice non solo l’America, ma il mondo intero, di cui ogni essere umano fa parte in una nuova convivenza, che deve essere giusta, rispettosa delle singole e specifiche esigenze e diversità, superare gli steccati degli odi, delle violenze e delle contrapposizioni e discriminazioni, che portano alle guerre, al terrorismo e al fanatismo religioso, che è il più pericoloso perché fa intendere a popoli, privi di cultura e di senso della comune civile convivenza, che si può anche uccidere in nome di Dio, che alla fine ti ricompensa con il paradiso.
La Sinfonia termina con l’Inno degli Stati Uniti d’America:
Inno degli USA
Questa Sinfonia vuole essere un forte richiamo a tutte le genti che il vero premio non è il paradiso, che si conquista con la violenza e l’odio, ma il vedere nei volti del prossimo un sorriso a suggello di tutte le buone azioni che si compiono per il bene di tutti.
Antonio Pappalardo